Elizabeth
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Elizabeth è un paziente di Adotta un Malato, programma nato nel 2008 per contrastare le difficoltà di accesso alle cure nei paesi Africani e Indiani. La presa in carico del paziente prevede un’attenta valutazione della diagnosi che precede le cure o/e l’intervento necessario alla guarigione. Il programma si prende carico dell’assistenza e di tutte le spese necessarie alla cura di persone in estrema difficoltà economica e affette da patologie che necessitino di cure costose e/o d’intervento chirurgico e/o, in caso d’invalidità, di acquisto di presidi sanitari.
Scheda Paziente
Elizabeth è una ragazza poco più che 20enne, che vive a Nairobi e precisamente a Kibera, in uno degli Slum più poveri della città.
Vive in una sedia a rotelle in una piccola casetta di latta con la mamma e tre sorelle, la mamma ha imparato a cucire per avere una forma di sostentamento e fa quelli che si chiamano kibarua, lavori occasionali per guadagnare qualche soldo.
Quella di Elizabeth è una storia difficile da raccontare. All’età di 17 anni subisce un’aggressione, molto violenta in cui viene picchiata e stuprata. La conseguenza? Un’emorragia cerebrale, che le procura un emiplegia al lato destro, più un grande shock piscologico e fisico, Elisabeth diventa HIV positiva..
Per il primo periodo, dopo l’aggressione, ha seguito delle sedute di fisioterapia, ogni seduta però costa 2000 scellini, circa 20 euro. Cifra che in un attimo dilapida quel poco che lei e la mamma avevano messo da parte. Quando Find the Cure incontra Elisabeth le sedute erano sospese.
Da quel momento ci siamo presi carico di lei supportandola nel percorso fisioterapico e di vita. Con la fisioterapia è riuscita a recuperare un pò ed è riuscita a riacquistare la sua capacità di parlare, anche se non ancora fluente. Continua la sua terapia antiretrovirale (per l’HIV) e si sottopone alle visite di controllo.
Con l’ultima missione a Marzo 2017 abbiamo appreso con grande felicità che Elizabeth è riuscita ad entrare ad una scuola per disabili proprio a Kibera, realtà che le permette di uscire di casa oltre all’unico appuntamento settimanale che ha con la fisioterapia e che la obbliga ed interagire un pò con i suoi coetanei, nonostante l’estrema timidezza; la scuola è una piccola stanza fatta con fogli di alluminio all’interno della slum, ma per Elizabeth è comunque una grande opportunità per cercare di rendere la sua quotidianità il più “normale” possibile.
Il percorso per arrivare ad una completa deambulazione è ancora molto lungo, ma la dolcissima Elizabeth è una combattente e non ha nessuna intenzione di arrendersi alla vita.