Danzando a Parkati


Parkati è un piccolo villaggio rurale a 26 km da Tuum. Dalle nostre parti, in autostrada, si raggiungerebbe in 20 minuti. In Kenya invece diventano 2 ore in jeep, se non piove e se il terreno sterrato non è ostacolato dai fiumi in piena nella stagione delle piogge.

Per fortuna oggi è uno di quei giorni. Per fortuna per noi che possiamo raggiungere il villaggio, ma non per la popolazione che aspetta l’acqua come una benedizione: lo capisci quando, per strada, inizi ad incontrare i bimbi pastore che ti salutano con “MAGI! MAGI!” (acqua! acqua!).

Dopo 2 ore di sbalzi nella jeep, capiamo di essere vicine perché iniziamo a vedere molti gregge di capre guidate da piccoli pastorelli. La pastorizia per la società dei Turkana è il loro unico bene di sostentamento: le capre sono cibo, latte, ma anche merce di scambio.

Eccolo il villaggio finalmente! Le piccole capanne di canne,paglia e lamiere sono proprio davanti a noi.
In un secondo la nostra jeep è circondata da una trentina di donne che iniziano a ballare e cantare festosamente.

Qualcuna di noi ci prova a fare video e foto, ma gli occhi sono inondati di lacrime: tutte queste donne, nella loro veste migliore, chissà da quante ore ci stavano aspettando, bellissime e sorridenti con i loro tipici e numerosi orecchini e collane di perline che raccontano e simboleggiano la loro storia familiare.

“Stai mica piangendo?”
“Mo,no… mi è entrata una donna in un occhio”

La tipica battuta di questi giorni mentre cerchiamo di trattenere inutilmente le lacrime.

Anche oggi per FTC è una giornata di festa: la consegna dei diplomi ai bimbi della nursery che il prossimo anno passeranno alla primary school.

È quindi una giornata di regali, canti e balli… e balli… e balli.

Una delle autorità di Parkati intavola un discorso ufficiale di benvenuto, ringraziandoci per il prezioso sostegno che FTC dona per mantenere le spese scolastiche dei loro figli e infine chiude dicendo: “noi danziamo, danziamo e danziamo perché tutti i problemi che abbiamo, danzando sembrano andare via.”

Riparte la musica e questa volta ci tuffiamo nelle danze anche noi. In effetti ha ragione: tu danzi, danzi e danzi e tutto il resto svanisce come avvolte in una magia. Ridi, canti (anche se non sai le parole) e le tue mani si intrecciano alle loro come se ci conoscessimo da sempre. Ci sentiamo al sicuro e circondate da gratutudine e felicità.

Felicità in un posto dove manca l’acqua e quel poco che la terra gli regala è pure salata.
Felicità anche se manca il cibo e riesci a stento a preparare un pasto al giorno.
Felicità sebbene l’ospedale più vicino sia a due ore di viaggio se hai una jeep, ma tu non hai una jeep.
Felicità anche se probabilmente a 13 anni dovrai sposarti per poter mantenere la tua famiglia.
Felicità quando si chiudono le scuole e tu bimbo dovrai passare intere giornate a far pascolare le capre sotto il sole africano.

È davvero difficile trovare le parole per potervi raccontare le emozioni forti e contrastanti che oggi i Turkana ci hanno regalato a Parkati, ma Mary, rientrando a casa, ci è riuscita e ha consolato la nostra nostalgia cosi:

La giornata di oggi ci ha donato un’esperienza incredibile di vita vera e dura, accolte ed avvolte dal popolo Turkana che non ha acqua, non ha cibo e se le cose non cambiano non avrà un futuro sicuro…. ma ha il sorriso della speranza e la forza guerriera per combattere tutte le avversità…

È persino ingiusto verso di loro, verso ciò che in poche ore ci hanno donato, sintetizzare le emozioni in un messaggio… Abbiamo nel cuore e negli occhi, nelle orecchie e sulla pelle il sentimento e l’odore del popolo Turkana… e questo ci è e ci sarà prezioso!

Siamo stati alla fine del mondo… anzi in un altro mondo…

Abbiamo anche pianto… è vero… non lo nascondiamo, anzi… le nostre lacrime sono state il primo dono a loro fatto… Abbiamo cantato e ballato e riso e mangiato con loro…

Abbiamo visto con quanta cura rispettano il loro impegno verso l’educazione, nonostante l’isolamento sociale, fisico, ambientale…

Raggiungerli ci ha permesso di vivere l’ennesima meraviglia della natura, il venire via a malincuore, ci ha permesso di capire quanto importante sia rimanere uniti, lavorare insieme, soffrire insieme ed insieme sperare…

Poco altro da aggiungere se non ciò che il maestro della scuola ci ha detto ringraziando FTC:
“we don’t have any problems here because you are helping us”.

Quindi, cari finders e sostenitori, danziamo, danziamo e continuiamo a danzare sempre, tutti insieme, per i Turkana di Parkati.

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