Traumatologia della siccità

TRAUMATOLOGIA DELLA SICCITÀ. Lo so. E’ già un periodo pieno di notizie merdose, e che in questo mondo di disastri infettiviclimatcinucleari ci mancava solo un mio post. Però questo è quello che passa il convento, inutile fingere. Il fatto è che non so più quanti giorni siano che non piove. Non si trova più un filo d’erba in tutto il Samburu. Piante, case, animali, persone, siamo tutti costantemente coperti da uno strato di polvere. Forse anche i polmoni, magari una silicosi non c’è la toglie più nessuno. Joshua quando torna in casa sembra che sia andato a giocare dentro un termitaio. Le mucche ( risorsa primaria delle popolazioni pastoraliste) muoiono ad un ritmo ormai incalcolabile. Quelle rimaste camminano a un passo lento, magre da andar bene per una pubblicità progresso sull’anoressia, poi alcune si accasciano per terra, rilasciano gli sfinteri e li rimangono agonizzanti fino alla fine. Poi al tramonto omini con le carriole le vengono a recuperare e a far sparire. Alcuni dicono carne macinata per i ripieni dei samosa. Noi nel dubbio sono mesi che non compriamo più samosa, ne carne macinata, ne carne di mucca. Punto. Il grande business del momento sono i camion carichi di erba secca che arrivano da altre parti del Kenya venduti a 300 scellini a balla di fieno. Una cifra esorbitante per chi deve cercare di tutto per mantenere le proprie mucche in vita. E così per molti non rimane altra opzione che arrampicarsi sugli alberi per andare a tagliare i rami più verdi da dare alle proprie mucche. Più la siccità perdura, più i rami bassi finiscono e bisogna salire in alto, e più sali, più i rami diventano fini e si rompono, e il volo tra il potatore-pastore e la terra diventa estremo. E sono sempre i più giovani e leggeri, ad essere mandati a tagliare i rami. E sono questi che da circa un mese mi arrivano in ospedale senza sosta. Ormai la diagnosi di ingresso è sempre la stessa “fall from a tree, fall from a tree, fall from a tree” (caduta da albero). E sono fratture orribili, complesse, molto spesso l’osso è esposto con danni ai tessuti molli da far girar la testa dall’altra parte o far dire a Yasmin di non fargli neanche vedere le foto. E’ la prima volta che vivo questo lato della siccità, ed ho capito che più la siccità diventa estrema più questi tipi di trauma aumentano, e questa è la siccità più lunga che abbiamo vissuto da quando siamo qui. C’è anche un altro aspetto di quello che ho definito la “Traumatologia della siccità” e sono le ferite da arma da fuoco. Quei pochissimi fazzoletti rimasti di terra con erba sono contesi dai pastori come miniere d’oro e gli scontri a fuoco sono all’ordine del giorno. Così abbiamo il reparto pieno di fissatori esterni, pazienti complessi per la ricostruzione dei tessuti molli, pazienti che sono già scarni e debilitati dalla malnutrizione della siccità, tutti anemici, però come sempre indistruttibili. Generazioni di spiriti nomadi temprati alla vita dura, abituati alle siccità, anche se questa sempre essere la più dura di sempre.
Nota positiva è che fino ad adesso siamo riusciti a fronteggiare tutte le emergenze traumatologiche grazie al supporto del progetto Ortopedico https://www.findthecure.it/progetti/samburu-orthopaedic-and-trauma-project/ di Find The Cure Italia ODV e grazie agli aiuti di SIGN Fracture Care International così i pazienti hanno ricevuto tutte le cure gratuite. Un trauma o un ospedalizzazione può essere un ennesima causa di impoverimento in questo momento difficile, almeno quest’aspetto siamo riuscito ad evitarlo, e non è poco, e per questo volevo dire grazie a tutti del supporto.
dr. Daniele Sciuto – Presidente Find the Cure Italia ODV










