“Ma in Mali un’ambulanza non la vogliono?”

Tutto è nato da una frase buttata lì, quasi per caso, da Mauro, il responsabile della sezione di Alpignano della Croce Verde di Torino: ma in Mali un ambulanza non la vogliono?

Ci spiega che, una volta raggiunti determinati chilometraggi o anni di servizio, le ambulanze vengono dismesse, nonostante molte di queste siano ancora in perfetto stato, e proprio per questo vengono donate ad Associazioni o Enti che ne fanno richiesta.

Noi conosciamo bene la realtà di Kassaro, un comune situato nella Regione di Kayes, Circle di Kita, in  Mali. Sono 20,000 le persone che afferiscono agli unici due Centri di Salute del comune, molti provengono da villaggi o piccole frazioni per lo più raggiungibili solo su  strada sterrata, spesso dissestata, e dove l’unico modo per portar via un paziente è la moto.

Ma raggiungere Kassaro non vuol dire essere in un ospedale. Molte volte i pazienti arrivano ai Centri di Salute, ma devono essere trasferiti negli ospedali di Kita o Bamako che distano oltre 100 km e questo comporta ulteriore perdita di tempo. Durante le nostre missioni abbiamo toccato con mano cosa significhi per un Centro di Salute poter disporre di un’ambulanza: equivale infatti a salvare vite. In questi luoghi, un’ambulanza può davvero fare la differenza, soprattutto quando si ha a che fare con mamme in gestosi, con parti podalici, in situazioni di emergenza per incidenti stradali, patologie come appendiciti acute o ernie strozzate… Tutte situazioni che necessitano il trasporto immediato e sicuro negli ospedali di riferimento. Attualmente nel Centro di Salute di  Kassaro è presente un’unica ambulanza, donata da “Pompieri senza frontiere” diversi anni fa. Si tratta di un Iveco Daily che qui ha trovato una sua nuova dimensione, ma che inizia ormai ad avere i suoi anni.

E’ aprile 2019, partiamo per il Mali e proviamo a sondare il terreno: la proposta di una nuova ambulanza  è subito accolta con entusiasmo da Yacouba Diakitè, il sindaco di Kassaro, e da Oumar, il responsabile del Centro di Salute. Non senza preoccupazioni ( pratiche, dogane, trasporto ) accettiamo la sfid: il centro di salute avrà la sua ambulanza ( speriamo! ). Ogni promessa è debito e, tornati in Italia, iniziamo  a mettere le basi per questo nuovo progetto.

Passano i mesi e, dopo diversi contatti, Mauro ci chiama per comunicarci che l’ambulanza 209 potrebbe fare al caso nostro. Si tratta di un Fiat Ducato 4×4, perfetto per le strade sterrate ma, soprattutto, è più alto rispetto al normale, in grado quindi di poter affrontare agilmente i diversi percorsi. La vediamo in foto e sembra perfetta, ma per sicurezza aspettiamo Yacouba che per le feste di Natale è venuto in Italia, a Castino (CN) dove vivono la moglie Silvana e i 3 figli.

Il 13 gennaio 2020 vediamo per la prima volta dal vivo l’ambulanza e Yacouba ci conferma l’impressione che avevamo avuto: non potevamo sperare di meglio. Così confermiamo il nostro interesse per la donazione e avviamo le procedure. Come tutto il resto, il COVID blocca anche il nostro progetto: l’impegno della Croce Verde, in prima linea sul fronte emergenziale, fa giustamente passare in secondo piano le pratiche per la donazione. Con l’arrivo dell’estate le pratiche riprendono e così, a metà settembre, riusciamo a recuperare e parcheggiare l’ambulanza nel nostro cortile, in attesa di poterla imbarcare.

Inizialmente si era pensato di portarla a Kassaro via strada, ma le pratiche per la radiazione ed esportazione hanno regole troppo stringenti e quindi decidiamo di archiviare il viaggio via terra. Oltretutto avrebbe richiesto il transito in aree non troppo sicure e l’attraversamento di numerose frontiere. Per questo preferiamo seguire i suggerimenti degli esportatori che ci consigliano di spedirla tramite nave con un container.

Silvana, la moglie di Yacouba, si è già occupata di questo tipo di operazione, avendo inviato altri mezzi in Africa, e ci supporta in questa fase di gestione delle pratiche e contatto con la compagnia navale. Ma non solo, riesce anche a recuperare una seconda ambulanza dalla Croce Bianca del Canavese di Valperga (TO), così le ambulanze diventano due. Optiamo quindi per un container unico da 12 mt che possa contenerle entrambe, ottimizzando i costi.

L’occasione però è doppiamente ghiotta. Le sedi di Find The Cure, infatti, grazie alle donazioni e alle raccolte di materiali fatte in precedenza, sono piene di oggetti utili che purtroppo nelle missioni precedenti non siamo riusciti a portare come bagaglio, per motivi di spazio e peso. Ma con questa spedizione possiamo stivare il materiale nelle ambulanze e così ne approfittiamo per spedire scaffali in ferro per le maternità e dispensari (quelli attualmente presenti sono in legno e molto precari), due lettini sanitari donati dall’AVIS, un impianto audio per i giovani (è diverso tempo che ne fanno richiesta), materiale didattico per l’asilo, divise da calcio raccolte con il progetto Africa United, abbigliamento da bambini da distribuire alle neo-mamme che si recano nelle maternità e tanto altro materiale. Le ambulanze faticano a contenere tutto, ma riusciamo a far stare tutto il materiale!

Finalmente, esattamente un anno dopo averle viste per la prima volta, le due ambulanze vengono caricate a Castino (CN) su un container per iniziare il loro viaggio. Prima destinazione Genova, dove dopo i primi controlli doganali e (ovviamente) ispezione del carico vengono imbarcate sulla portacontainer destinazione Dakar. Il viaggio durerà circa 10/15 giorni a seconda delle condizioni del mare. La portacontainer però è troppo grande per entrare nel porto di Dakar, ma soprattutto si tratterebbe di uno scalo sulla sua rotta, e quindi il trasbordo dei container avviene in alto mare su una nave più piccola che raggiungerà il porto. È inizio febbraio quando riceviamo la comunicazione che il container è in porto a Dakar. Un paio di giorni per lo sdoganamento e poi si può caricarlo su una motrice per portarlo a Bamako. Yacouba intanto va a Dakar per seguire le pratiche e trovare una motrice e un autista che possano caricare il container e affrontare il viaggio. Ci vorranno circa 5/6 giorni prima che il container possa arrivare prima a Bamako e poi a Kati, ultima tappa del suo viaggio, dove finalmente le ambulanze potranno essere scaricate.

Il 22 febbraio 2021 le gomme delle due ambulanze toccano finalmente la terra rossa maliana. Ed è via strada che affrontano l’ultima parte del viaggio, una cinquantina di chilometri su strada asfaltata che portano direttamente al Centro di Salute di Kassaro, dove sentiamo di nuovo il suono delle loro sirene. Finalmente hanno raggiunto la loro destinazione!

Una delle due, su richiesta del sindaco Yacouba verrà donata al comune di Guenikoro (che ne ha fatto richiesta e che vive una realtà simile a quella di Kassaro). Un comune lontano dalle vie di comunicazione in una zona rurale molto più a nord di Kassaro, dove i collegamenti sono assai difficili e disagiati e dove un’ambulanza può davvero fare la differenza.

 

Ora aspettiamo di poterle andare a vedere operative nel loro nuovo ambiente, appena si potrà!

FTC team

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