Mission Tanzania 20: le attività continuano…
Ricomincia la settimana e con essa le nostre attività: Sabrina a scuola e Laura, Elena e Ilaria in ospedale.
Al Good Samaritan Hospital riprendiamo gli argomenti già affrontati nelle precedenti missioni, viste le numerose nuove assunzioni nello staff. Ripassiamo quindi, insieme a medici e infermieri, alcuni argomenti importanti: la rianimazione neonatale, la gestione del dolore, in particolare nel post operatorio e l’ipertensione arteriosa, il grande “silent killer” africano. Come sempre ci è voluto qualche momento per rompere il ghiaccio, ma poi c’è stata molta partecipazione da parte di tutto il personale. Durante la settimana abbiamo poi girato nei reparti per far fare delle esercitazioni pratiche sulla rianimazione neonatale al personale medico e infermieristico.
Come sempre, ci rendiamo conto che casi che nella nostra realtà sarebbero probabilmente curabili, in una realtà come questa diventano situazioni difficilmente gestibili con le risorse a disposizione, e quindi potenzialmente letali. Ad esempio, un bambino di soli 3 mesi che per una polmonite diagnosticata troppo tardi e che arrivava da un villaggio troppo lontano, purtroppo non è sopravvissuto.
È una realtà per noi molto cruda e difficilmente accettabile, anche se stiamo qua solo per poco tempo. Le cose da tenere in considerazione sono molte: i pazienti devono pagare qualsiasi prestazione, visita, intervento, o farmaco. Anche se le distanze non sono elevate, il viaggio verso l’ospedale è spesso molto lungo e complesso, e molte volte raggiungono l’ospedale quando la situazione è molto critica, probabilmente anche per scarsa conoscenza e per retaggio culturale.
Questa settimana abbiamo approfittato della collaborazione con il nuovo Cancer Hospital di Ifakara per trasferire una giovane paziente con una patologia mammaria di incerta origine, per gli approfondimenti oncologici del caso.
Al di là di qualche momento di sconforto, non demordiamo e ogni giorno cerchiamo di portare il nostro contributo…goccia dopo goccia (ogni riferimento a tutta la pioggia che ci siamo prese è puramente casuale).
Mercoledì, come la scorsa settimana, è giorno di Medical Camp a Kiberege: questa volta con la partecipazione dell’ “Eye doctor”, che ha esaminato 24 pazienti e distribuito 15 paia di occhiali, provenienti dall’Italia, occhiali non più utilizzati e che sono stati donati a Find the Cure.
Proseguono le attività anche all’interno della missione, con due incontri con le ragazze dell’ostello della Secondary School, su tematiche varie (“girls’ issues” come dice Father Manoj). È stato un momento di scambio molto bello, da ripetere sicuramente in futuro.
I pianeti della nursery cominciano a prendere forma e colore, per poter essere appesi sul muro delle due classi, con l’aiuto della maestra Happyness, e di Brother Eric per la traduzione dei nomi in Swahili.L’entusiasmo per le mascherine di Carnevale invece è stato tale che i ragazzi della Standard 4 hanno richiesto di poterle fare anche loro, e hanno poi sfogato la loro creatività su fogli bianchi, dipingendo per Sabrina “la Tanzania da portare in Italia”.
Durante la settimana ritiriamo tutte le stoffe lasciate alle sartine, da portare nelle varie sedi (e noi che credevamo di ritornare con i borsoni vuoti….!).
Prima di partire, controlliamo i nostri bimbi inseriti nel progetto Adotta un Malato: Josephina ed Emanuel.
Anche quest’anno grazie alle donazioni di amici e familiari, continuiamo con il progetto della distribuzione regolare della frutta ai 600 studenti della scuola, variando la tipologia di frutta distribuita, rispetto al progetto dell’anno scorso che prevedeva la distribuzione di banane.
L’ospitalità da parte dei missionari è sempre incredibile, tanto che dobbiamo stare attente ad esprimere desideri culinari, che vengono prontamente esauditi, riempiendo i nostri già stracolmi borsoni di avocadi e chips di platano!
La nostra missione si conclude con un altro lungo viaggio verso Dar Es Salaam, questa volta accompagnate da Father Manoj su un comodissimo pick-up.
Ormai Msolwa è casa sia per chi sono anni che viene, sia per chi ci è venuto per la prima volta.
Vi auguriamo una buona lettura davanti a una birra di Serengeti.
Elena, Laura, Ilaria, Sabrina
Mission Tanzania 20