Mission India 15: BYE BYE O.D.C

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Infreddoliti e un po’ spaesati, eccoci seduti in aeroporto a Parigi, ad aspettare il volo per Milano.

Il tempo di attesa ci permette di sistemare le idee. La sensazione unanime è che anche la seconda settimana sia volata. Salutare le sisters, i bambini e i ragazzi dell’ostello non è mai facile, soprattutto quando si ha l’impressione di aver fatto tanto, ma non tutto, perché da fare c’è sempre. La settimana è iniziata con un avvenimento molto importante: il compleanno del nostro Doc Gabriele, per il quale è stato improvvisato un mini program (e meno male che era mini!) e i preparativi si sono protratti fino a notte inoltrata, in vero stile indiano. Mattinata di emozioni e festeggiamenti e poi via, subito al lavoro: mentre i più piccoli sono impegnati tra la creazione di mascherine, vestitini carnevaleschi e braccialetti con le perline, tra i più grandi c’è chi segue una lezione in cui cerchiamo di spiegare, nel modo più semplice possibile, quelli che sono i diritti umani, scontrandoci in alcuni casi con pensieri difficili da digerire, e in altri, con riflessioni così profonde che ci lasciano sorpresi. Ma le attività non finiscono qui e c’è anche chi scrive delle lettere agli amici bielorussi e liguri, protagonisti di un nuovo progetto chiamato “Caro amico ti scrivo”, progetto nato dalla voglia di avvicinare realtà e paesi diversi attraverso carta e penna, di dare libero sfogo all’immaginazione e, soprattutto, di creare una connessione tra i bambini, che si sa, riescono a comunicare anche solo con un disegno o due righe scritte.

Il giorno dopo lo dedichiamo alle compere per l’ostello: stuoiette nuove per i ragazzi e farmaci per rimpinguare l’emergency box delle sisters; il pomeriggio lo impegniamo nelle pulizie con le ragazze, facendo vedere loro come disinfettare bene il vestiario e il dormitorio, perché come in tutte realtà in cui tante persone condividono gli stessi spazi, il rischio di proliferarsi di malattie e infezioni è sempre alto. Ci rendiamo di esser stati forse un po’ troppo seri, così, la sera dopo cena, decidiamo di far vedere a tutti dei cartoni sul televisore che abbiamo donato loro durante la scorsa missione. A proposito, funziona benissimo!Se qualcuno volesse donarci delle chiavette usb con dentro dei cartoni/film in inglese, farebbe felici tutti i pargoletti dell’ostello.

La mattina successiva partiamo per una gita lampo alla volta di Nandikotkur, per salutare Sister Mary, che l’anno scorso avevamo lasciato ad Odc, ma da giugno è diventata la direttrice della Jeevan Jyothi High School, inaugurata nel 2009 e dedicata a Sabrina, che tanto avrebbe voluto partire per l’India con FTC. E qui ci scontriamo con la dura realtà di questi luoghi, in cui la sporcizia, la mancanza di servizi igienici adeguati e di acqua, cose che ai nostri occhi risultano requisiti essenziali nella scelta di una scuola, sembrano passare in secondo piano rispetto alle dotazioni tecnologiche di cui dispone. Quando chiediamo se possiamo contribuire a comprare qualcosa di urgente per l’ostello o per la scuola, Sister Mary ci dice che ormai in quasi tutte le scuole governative c’è un proiettore e le famiglie dei suoi studenti sono le prime a richiederlo. Non nascondiamo di esserci stupiti della richiesta e di aver discusso a lungo sul da farsi, ma alla fine abbiamo acconsentito, perché in cuor nostro, sappiamo che Sister Mary, si sta facendo in quattro(mila) per tirare su una scuola che fino a qualche anno fa accoglieva migliaia di studenti e oggi conta solo 500 alunni e 20 bambini in ostello, proprio perché in quella zona la competizione scolastica é molto alta. E se una spesa non indifferente come un proiettore, ha la capacità di attirare più studenti e può far tirare un sospiro di sollievo alle sisters, ben venga allora! Letizia, siamo certi che la tua donazione non poteva avere destinazione migliore, grazie. Andiamo via da Nandikotkur dopo aver acquistato anche dei farmaci per i ragazzi.

Siamo mancati solo due giorni da Odc, eppure il nostro ritorno è accolto da un entusiasmo smisurato, tanto che ne veniamo contagiati anche noi, nonostante la malinconia sia lì in agguato: mancano solo 24 ore al fatidico “Arrivederci al prossimo anno”. Inutile dire che non si contano le lacrime versate, i sorrisi scambiati, le mani strette con i ragazzi, gli abbracci con le sisters…inutile dire quanto ci manchino e quanto avremmo voluto scambiare gli ultimi due giorni di Bangalore con ancora due giorni ad Odc….ma dopo due settimane intense è anche giusto staccare, per far sedimentare le idee e le emozioni, per viversi il gruppo e per vivere una realtà diversa.

Allora eccoci a Bangalore, immersi nelle luci, nel traffico e nello smog di una metropoli considerata all’avanguardia nell’India del sud. Due giorni di frenesia tra botteghe, templi, parco botanico e street food, in attesa del solito carico di parei del nostro amico Govintharaj, perché sia mai che i nostri borsoni reclamino la mancanza di kg anche al ritorno

Scusate il nostro silenzio, ma, come avete letto, avevamo un sacco di cose da fare e internet non è stato dei nostri. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito a questa esperienza fantastica. Grazie, perché il vostro sostegno ci ha dato la forza di sorridere e andare avanti, anche quando la realtà è stata tuttaltro che incoraggiante.

Ciao ODC, ci rivediamo next year… maybe!

Roberta, Leila, Laura, Monica e Gabriele.

 

 

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