About Gabriele…
Tornare è un rischio! una scommessa con il doppio della posta, soprattutto se al primo giro hai vinto, sei stato bene, nessun problema, solo esperienze positive, prendi il malloppo e scappa! Non rigiocarlo! E se ti va male? Resti con nulla, ti rovini anche i ricordi… e allora accontentati, sii giudizioso, e poi hai mille impegni, mille cose, non troverai mai il tempo… peccato che nella tua testa sai dare una sola risposta a questa vocina: si hai ragione ma io parto lo stesso!
E allora ti ritrovi ribaltato nel mondo dei bambini, dell’all-body pain, del “vediamo cosa si può fare dove nulla è possibile ma tutto viene fatto”, dei clacson, degli ape con 10 persone a bordo… comode… del mercato con quanti colori il tuo occhio non è in grado di vedere, del dolore cronico dato da vite usuranti sempre connesso al sorriso… ma sarà mica che hanno uno strano cortocircuito nel cervello? Sarà che se sentono male di riflesso sorridono invece di gridare o imprecare? o forse, al contrario dell’universo da dove veniamo noi, hanno capito che se il dolore ce l’hai magari un sorriso aiuta a combatterlo?
Questo è il “mio ritorno”: ho vinto di nuovo (tiè alla vocina maledetta), anzi credo mi sia venuta la febbre del gioco, quella febbre che ti permette di capire perchè a casa stendi la pasta di 500 samosa ridendo…il sabato pomeriggio, quando ti aspetta il turno di notte… se mai te lo fossi dimenticato… tutti giri di una molla per caricare un sottile ed immenso meccanismo che portato qui restituisce l’energia immagazzinata : medicine, visite, scuole, piani di ostelli, malati adottati, zanzariere, vestiti, ventilatori, dispensari…
Mi ricordo la frase di Jose che scrissi due anni fa nel mio about “Dalla riva non si impara a nuotare”: allora mi sono buttato, ora sono in acqua e da qui mi stupisco nel vedere che questo mare straniero in realtà mi fa sentire a casa: lo stupore è grande, pari solo alla soddisfazione di essere partiti “da casa” per un lungo viaggio e ritornare senza essersi mai mossi da li.