Mission A7, day 4-5-6

Tanzania
La notte passa veloce, piove forte. Le prime vere pioggie da quando siamo qui, per ora la stagione delle pioggie ci ha graziato. Al mattino scalpitiamo più noi che i bimbi che non si spiegano perché la loro classe è ancora chiusa e devonoi lasciare i loro zainetti fuori.
Consueta assemblea del mattino, ci colpisce particolarmente Fr. Manoj con una storia sul tagliapietre che voleva essere forte come la montagna e diventò montagna, non contento da montagna volle diventare sole. Ma il sole è troppo caldo allora volle diventare luna ma questa non sempre è visibile e allora volle tornare tagliapietre. Morale per i ragazzi e per noi, la felicità non deve essere fuori di noi, ma dentro noi stessi per quello che siamo. Parole pesanti come macigni ma anche di grande incoraggiamento.
Giusto il tempo di scuotersi e al lavoro, abbiamo tutti i bambini in attesa, una veloce spiegazione in inglese e subito capiamo la grande difficoltà. I bambini della nursery vanno dai tre ai sei anni e parlano solo swahili. Ci viene in aiuto Happyness. Apriamo la porta, i bambini restano come bloccati, quasi manca loro il coraggio di entrare in questa stanza addobbata per il nostro nuovo progetto.Happyness ha lavorato sodo, inizia a raccontare la storia ai bambini sia in inglese che in swahili. E meno male che è con noi. Happyness è tutto e di più, inflessibile teacher ma anche mimo e attrice splendida allo stesso tempo, una vera esplosione di forza; racconta la storia ai bambini che la capiscono al volo.

prima lezione di pittura
Ora è tempo che i bambini stessi diventino i protagonisti, prima in circolo si rappresentano le varie sequenze, poi divisi a piccoli gruppi, ognuno di questi con il proprio ruolo. Ci chiamano teachers ma in realtà siamo students di un corso accellerato di swahili, possiamo non sapere almeno qualcosa? Certo che no. Un po’ di fortuna, un po’ di aiuto (tanto) di Happyness e il tempo vola. Dopo il break del mattino dobbiamo capire qual’è la capacità creativa di questi bimbi, vuoi perchè sono molto piccoli, vuoi perchè avere a disposizioni colori e fogli da disegnare è un lusso spesso troppo prezioso. Appendiamo alla lavagna le stampe dei vari personaggi della storia, un aiuto per questi piccoli. Per oggi ci basta un esercizio a metà strada tra la libera iniziativa e la copiatura. I risultati ci dicono che il lavoro da fare sarà davvero tanto. Ancora il tempo per la foto di gruppo con piccolo inconveniente: la bambina che Sara ha preso in braccio ha ben pensato di farle la pipì addosso.
Alla sera prima di cena arrivano tre ragazzi con in braccio il piccolo Cristian, dicono di averlo trovato così, non risponde a nessuno stimolo neppure doloroso, ma è cosciente. Respira e i parametri sono tutti buoni. Fr. Manoj ci dice che è la seconda volta che accade, ci parla del precedente ricovero in ospedale e della diagnosi di malaria. Ma a tutti noi sembra un’assenza epilettica. Si decide per l’ospedale. Si parte in auto e le strade che già di giorno sono dissestate di notte sono anche peggio. Eppure sono così brulicanti di persone. Viaggiare nella notte non è saggio, ma questa volta (e tante altre volte per Fr. Manoj) è una necessità. Si passa a prendere il papà del bimbo e i piccoli cenni di ripresa diventano realtà alla vista del padre. La scelta cade quindi sull’ospedale di Ruaha, ma capiamo all’arrivo come qui funziona tutto. Semplicemente di notte non c’è assistenza. Nessun medico. Accolgono i pazienti ma fino al mattino dopo non ci sarà visita e neppure ricovero. Ti consentono solo di aspettare il medico al mattino. Pensare ad un caso grave ci riempie di profonda tristezza. Nel frattempo il piccolo Cristian si è ripreso. Domani il papà lo porterà all’ospedale di Mikumi. Speriamo.
Il nuovo giorno ci porta nella classe, a lavorare nuovamente con i bimbi, ripasso della storia e si parte. Prima di tutto ci scriviamo i nostri e i loro nomi sulle braccia con i colori da pelle, sarà più facile per tutti imparare i nomi a vicenda. I bambini disegnano piccolo, molto piccolo, convincerli che potranno usare l’intero foglio sarà un’impresa, qui non si usa il foglio intero. Mai. Può servire domani o dopodomani. Oppure a che il foglio non ce l’ha. Contemporaneamente iniziano i lavori per le adozioni a distanza, fotografia da fare e scheda anagrafica dei bimbi da compilare. Riusciamo a rendere tutto un momento di gioco. Buon risultato.
Pomeriggio a Ruaha, la cittadina più vicina che a detta di Fr. Manoj ha una buona farmacia. Ci sono delle scorte di farmaci da fare e per scelta si è deciso di prendirli qui anziché in Italia. Antimalarici, paracetamolo, antispastici, e sciroppi per la tosse, prezzo ovviamente non fisso ma da contrattare. La farmacista è tosta, ma le nostre finders sono agguerrite, soprattutto sugli antispastici è una vera lotta. Giusto ancora due acquisti, ciò di cui la missione ha bisogno, poi a casa. Già…casa, difficile davvero non sentirla tale. Fervono i preparativi notturni nella nursery room, domani si aprono le pitture e i pennelli. Ultime due foto di giornata con Philip, la guardia notturna che veglia la missione di notte….però con arco e frecce!!!
Siamo costretti a rimangiarci tutto quello che abbiamo detto sul clima. Ci svegliamo sott’acqua giusto per ricordarci che qui è la stagione delle pioggie, I bimbi arrivano nella loro classe e anche oggi c’è la sorpresa delle nuove decorazioni. Alcuni sono in ritardo, bagnati fradici. Impassibili sotto il diluvio. Nessuno corre. Svuotano le scarpe dall’acqua ed entrano in aula. Pennelli, colori e magliette per non sporcare le loro divise la fanno da padrone oggi. Torniamo tutti un po’ bambini, il miglior modo per spiegarsi è infatti quello di impugnare i penelli; distinguere a malapena il nostro trato da quello di un bimbo della nursery ci dà l’idea del nostro grado artistico. Il pomeriggio ci regala un sole inaspettato,ottimo per giocare con i bambini. Un pallone, una corda, qui è tutto ciò che serve per avere allegria. Davanti a noi i bimbi iniziano a disegnare per terra come forse sono più abituati a fare, in un attimo la strada di terra è tappezzata di ndege, gli uccellini, di bomba, le fontane e di kiti, le sedie, questa volta disegnate davvero in grande. L’entusiasmo è tanto, si riparte lunedì. Procede MUZURI SANA…tutto bene!
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