Mission A6, meteo from Mapuordit, seconda puntata

little Steven

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E’ tutto colpa della Niña.

Si, la Niña e’ il raffreddamento anomalo delle acque del sud pacifico che sembra influenzare il tempo, come peraltro il suo opposto (il Niño), soprattutto delle Americhe e dall’Africa.

Quest’anno le piogge arriveranno in ritardo e saranno piu’ copiose. Da una parte siamo contenti cosi’ non dovremo partire con il piccolo aereo in qualche temporale equatoriale ma dall’altro gli scontri fra i Dinka ed i Jur cesseranno dopo… Ma ne siamo sicuri che cesseranno… No, probabilmente no… Non volevo parlare di politica, ma quando ci vuole ci vuole.

Sono almeno venti anni che non ci sono scontri tribali cosi’ intensi. I jur da pacifici agricoltori sono diventati guerrieri sanguinari… E’ possibile? A chi giova tutto ciò? Parlando con i notabili locali ma soprattutto con il personale delle ONG e dell’onu che incontriamo ci stiamo facendo l’opinione che questa instabilità giovi un po’ a tutti. Per il nuovo governo sud sudanese avere notizie di scontri distoglie l’attenzione dalle loro ruberie e corruzione e potrebbe dare un giorno il via ad uno di quelli che normalmente vengono chiamati governi forti che, con la scusa di riportare l’ordine, divengono delle vere e proprie dittature. A quelli del nord che hanno tutto l’interesse ad avere un sud instabile (si vocifera che ad armare i Jur si stata proprio Kartum) per poter concedere meno diritti sull’acqua, ma soprattutto sul petrolio e facendo felice, cosi’, qualche potenza straniera che per sostenere il suo boom economico e’ assetata di materie prime!

No so, non sappiamo… ma chi ci rimette sono sicuramente i sud sudanesi… Loro pensano sul serio che sia tutta colpa della tribù rivale. Quando scatta l’allarme “mi sembra di aver sentito uno sparo” e’ vero terrore e come fai a dire ad Amos di rimanere in ospedale quando a casa ha una moglie ed un piccolo di 2 anni.

Come vi ha gia’ descritto Daniele martedi’ scorso c’e’ stato qui a Mapuordit il meeting dei due governatori (Dinka e Jur) per gli accordi di pace ma non era ancora finita la conferenza stampa che si avevano gia’ notizie di scontri con morti e feriti. Verso mezzanotte Andrea mi sveglia “Stefano e’ arrivato un ferito degli scontri di stamani ed e’ stato colpito da 5 proiettili” lo portiamo subito in sala: ha circa 30 anni ed e’ ferito ad entrambe le gambe, braccio e piede destro ma soprattutto una pallottola a trapassato da parte a parte l’addome. Aprendo la pancia ci troviamo davanti ad un disastro: tre buchi al piccolo intestino ed uno al colon con le anse intestinali che galleggiano nelle feci da almeno 14 ore in cui il paziente ha camminato per arrivare fino a noi. Facciamo quello che dobbiamo e possiamo ma le condizioni rimangono assolutamente critiche. Finiamo alla prime luci dell’alba.

Il giorno dopo ritardiamo la sala operatoria per riposare almeno un paio d’ore, facciamo un po’ di appendici ed altre cosette mentre Silvia ed Ilenia coadiuvate da Andrea si danno il cambio nell’improvvisato letto di rianimazione per il ferito della notte. Verso mezzanotte Daniele mi sveglia “ Stefano il ferito sta sempre peggio ma soprattutto forse c’e’ da fare un cesareo”. Chiamiamo Sister Filo, la piu’ brava delle ostetriche, che dopo aver provato con la ventosa ci da l’indicazione al cesario. Oh ca..o! Ne ho visti qualcuno ma da solo non ho mai fatti!!!!!!!!!! Che incubo!!!!!!!!!!!!! Ilenia viene in sala con noi mentre Silvia si occupa del ferito. Durante i preparativi al cesario ci viene riferito dal reparto che pur con le amine in vena a tutta ( farmaci molto potenti che hanno come effetto di alzare la pressione e contrastare lo shock settico) il ferito ha solo piu’ 50 /20 di pressione. Cosa fare? Decidiamo di sedarlo con un po’ di morfina ed aspettare l’inevitabile.

Passano dieci minuti e nasce dal primo parto cesareo di un gruppo FTC in missione un bellissimo bimbo di nome Victor, che noi battezziamo little Steven in onore al mio primo parto cesareo. Madre e bimbo stanno benissimo, ma alcune ore dopo il ferito muore… Vita, morte che contrasto, che pensieri, che tristezza!

Si va a dormire ma si decide che la sera dopo a cena si sarebbe brindato al nuovo nato.

Invitiamo anche Iano ed Adeela (lui pediatra slovacco e lei assistente sociale ceca) e si brinda a Little Steven… Come sara’ il suo futuro? Mah! Speriamo solo che fra 30 anni medici stranieri non debbano decidere della sua vita e gli auguriamo che a 30 anni sanitari sudanesi gli facciano nascere un bel Little Steven Junior..

Stefano

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