Mission IX, i primi tre giorni

Day 1-2-3, GRUPPO Andhra Pradesh

Atterraggio notturno ad Hyderabad, ormai familiare, ed arrivo ad Aliabad all’alba. Sono passati due anni dall’ultima volta ma sembra ieri. Un breve riposo, una colazione e si parte per Darmaram, dove non sono mai stato. La scuola e’ bella e grande, ma soprattutto e’ in piena attivita’. L’avevo vista nelle foto dei team FTC che l’hanno inaugurata a novembre, ma passeggiare per le classi durante le lezioni ha un altro sapore. Il vantaggio di essere un gruppo FTC piccolo (piu’ piccolo di cosi’ in effetti non si puo’) e’ che si riesce a passare (quasi) inosservati e a curiosare durante le lezioni senza creare scompiglio. I bambini sono molto educati, con una passione per lo studio ed un’attenzione che da noi sembra essersi persa. Sono piu’ di trecento, molti vengono dai villaggi intorno a Darmaram e lo scuolabus fa tre viaggi al mattino e tre al pomeriggio per riaccompagnare quelli che non possono venire a piedi. Gli altri, alla fine delle lezioni, pazientemente aspettano il loro turno sotto il portico e si portano avanti con i compiti. Tutti hanno la divisa ed un cartellino identificativo con tanto di foto che farebbe invidia al badge sfigato dell’ospedale dove lavoro. E’ bello vedere le cose che funzionano.

Arriviamo in serata a Ponugodu, un posto a cui sono particolarmente affezionato. L’ultima volta che c’ero stato avevo avuto l’onore di partecipare all’inaugurazione dell’ostello, per cui ora e’ un piacere vederlo brulicare di bambini. Anzi, mentre sono qui ne approfittiamo per discutere la possibilita’ di ampliarlo, visto che il numero dei bambini cresce (sono gia’ piu’ di quaranta) e serve altro spazio. L’accoglienza per me e’ sorprendente e calorososissima, molti di loro si ricordano la festa a sorpresa che mi avevano fatto per il compleanno 2 anni fa; i piu’ piccoli, dopo aver ripetuto una decina di volte il mio nome in coro, mi indicano sulla targa commemorativa dell’inaugurazione. La miglior dimostrazione che gia’ in terza elementare leggono perfettamente non solo in Telugu ma anche in inglese.
Dopo il bagno di bambini mi concedo un’ora di Badminton con i due brothers giovani della missione, che mi insegnano i rudimenti. Dopo un inizio imbarazzante, ci prendo gusto… risultato: a cena faccio fatica a tagliare la carne perche’ il mio avambraccio destro e’ di ghisa. Notte tra grilli e rane.
Partenza al mattino presto ed arrivo ad Eluru per pranzo. L’accoglienza e’ piu’ che affetuosa qui, e’ quasi come essere a casa. Rispetto a due anni fa, ora il Cancer Hospital lavora a regime, ci sono al momento piu’ di cinquanta ricoverati e ogni giorno dai 40 ai 60 pazienti fanno radioterapia. C’e’ un piano in piu’, un generatore nuovo e molto fermento per i corridoi.
Il giorno successivo visitiamo la scuola di Antarvedi, a 3 ore di macchina da Eluru, sull’oceano. Qui c’e’ una scuola che accoglie 350 bambini e un hostel che stiamo aiutando a costruire. I lavori sono gia’ avanti e potrebbe essere finito in pochi mesi, prima dell’estate e delle pioggie monsoniche. La scuola funziona a regime e i bambini crescono di anno in anno, ogni anno si aggiunge una classe.
Il posto e’ molto suggestivo perche’ lo separano dal mare solo poche file di palme da cocco, ma qui l’acqua e’ davvero un problema. C’e’ molto verde e una fitta rete di canali intorno, ma l’acqua e’ salata e il terreno sabbioso, per cui la poca acqua che arriva ora e’ fornita da un allacciamento all’acquedotto governativo che la fornisce per solo un’ora al mattino. Discutiamo della possibilita’ di costruire un pozzo con un serbatoio a poca distanza nell’interno, un progetto che potrebbe portare acqua non solo alla scuola ma anche ad un villaggio poco distante con circa 30 famiglie. Prima di ripartire mi concedo una breve passeggiata sulla spiaggia, un tratto di costa incontaminato con le palme che arrivano quasi fino al mare e sabbia a perdita d’occhio. Peccato sia gia’ ora di tornare ad Eluru.

Day 1-2-3, GRUPPO Tamil Nadu

Madurai: piccolo aeroporto tra i campi, il nostro e’ l’unico aereo parcheggiato sulla pista. Finalmente piu’ nessun controllo di sicurezza! Ci attende Sr Rossella che con il suo sorriso ci da il benvenuto in Tamil Nadu e sulla strada per Meenthulli ci racconta di questa regione a noi ancora sconosciuta. Con le strade ed il traffico della regione familiarizziamo subito, tanto che Desire’ diventa presto il driver ufficiale del gruppo. In questi primi tre giorni la parola d’ordine e’: organizzazione! Sistemiamo tutto il materiale nel dispensario ed organizziamo i medicla camp nei villaggi vicini. Ci improvvisiamo anche architetti ed ingegneri: con carta e penna aiutiamo le sister nella progettazione finale della maternita’, modificando il disegno iniziale della sala parto. Simuliamo addirittura un parto in modo da testare gli spazi. La struttura promette bene, loro sono molto efficienti ed operative. Un viaggio in citta’ per approvvigionarci dei farmaci diventa una piccola impresa, ma con l’aiuto delle sisters e con una contrattazione da bravi italiani riusciamo a strappare un bello sconto al medical store. Cominciamo subito ad usare i farmaci, perche’ con il passaparola nei villaggi i pazienti ora cominciano ad arrivare numerosi. Passiamo anche una mattinata con i bimbi dell’asilo che ci svegliano ogni mattina con le loro voci allegre: mescoliamo canzoni italiane a danze indiane, il tutto colorato da decine di palloncini.

Lascia un commento

10 pensieri su “Mission IX, i primi tre giorni”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *