Primi giorni

Mi ero abituato a passare da Santo Domingo, con trasferimento via terra ad Haiti. Quando è così volare direttamente su Port Au prince, anche se fai due scali, sembra arrivare subito. Colazione con il fidato Lupo al gelo dell’autogrill di Imperia e cena al caldo tropicale alla tavola di Haiti. 14 ore di volo ma complice 6 di fuso orario. Continuo a pensare che questi sbalzi non fanno bene alla mente. Vedere nella stessa giornata due realtà così diverse, è inconcepibile. Vedere che in un mondo globale così a portata di tutto esistano realtà che sembrano su pianeti diversi. Se poi pensi che Haiti è a un passo da Miami, e nel bel mezzo di traffici marittimi importanti, il tutto diventa ancora più inconcepibile. A questo giro devo ammettere che non mi è mancata per niente la frontiera Santo Domingo – Haiti e i loro gentilissimi impiegati. Sull”ultimo numero di Le Monde Diplomatique c’era un articolo su Haiti che diceva che arrivando a Port Au Prince nell’aereoporto ricostruito si aveva l’impressione di grandi cambiamenti, ma poi uscendo il paese era uguale. Non so come fosse prima, ma decisamente a me l’aereoporto non ha dato quell’impressione.

Sono a carrefou Marine Sibert, periferia di Port Au Prince, a 5 km da Cite de Soleil la grande e tristemente famosa baraccopoli. Sono da Maurizio, e nella sua semplicità è come stare a casa, per me e per tutte le persone che lui ospita, compresi 21 anziani abbandonati. Lui è qui ormai da 15 anni e porta avanti giorno dopo giorno un lavoro stupendo. A vedere il posto sembra un altro rispetto a luglio. Le scuole sono state tutte sistemate, pitturate, le macerie rimosse, i tendoni smontati. I bambini sono rientrati a fare lezioni nelle loro classi. Una mensa, quella della scuola più grande è quasi terminata, e appena finita questa inizieranno i lavori per la seconda. A vedere i piazzali delle scuole senza tende e tendoni sembrano fin grossi. Adesso si che è un piacere vedere i bambini nelle loro attività quotidiane di scuola. Dalle sette in avanti per la strada pietrosa cominciano ad arrivare i bambini di tutte le taglie, naturalmente da soli, nelle loro uniformi scolastiche. Campanella di inizio alle 7.30 del mattino, chi arriva in ritardo rimane fuori per 10minuti come punizione, e la coda è lunghissima. Intervallo alle 10.00 e poi fino alla mezza dove viene servito il pranzo, per adesso ancora in classe, ma tra poche settimane seduti nelle loro mense. Sono davvero tanti stipati nelle aule. Quando suona la campanella di fine e tra urli e salti si riversano in strada sembra impossibile che così tanti studenti escano da quella scuola. Le due scuole, tra il turno del mattino, le primarie, e quello del pomeriggio, le secondarie, accolgono 1400 studenti. E’ cambiato qualcosa? Domanda ricorrente. Fuori non ho ancora avuto modo di vedere, ma qui si, tanto. Bravo al caro Maurizio, che ha fatto un gran lavoro.

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