Day 8-9-10-11

E così è. La rete da pallavolo è su. Un albero da un lato, una canna di bambù ben piantata dall’altro. Non hanno mai giocato. Colpiscono la palla in tutti i modi tranne in un modo che assomigli ad un movimento della pallavolo. Hanno fretta di buttarla dall’altra parte della rete. In che modo non importa. I bambini arrivano sempre più numerosi per giocare, e si divertono davvero tanto. Allora Franco continua. E’ la volta del primo dondolo a due di Msolwa fatto con legno recuperato dalle impalcature della scuola e poi della prima altalena. Sta mettendo su un bel curriculum. C’è coda a tutte le attrazioni, i bambini sembrano moltiplicarsi, a dire il vero nel campo di pallavolo troviamo anche la mamme dei bambini, anche i lavoratori che tornano dai campi di coltivazioni di canna da zucchero che si fermano per fare due palleggi. I bambini imparano in fretta. In questi ultimi giorni giocano già benissimo.  L’ora di playground è diventato il momento clou della giornata. Già dalle quattro sono tutti seduti fuori dalla casa silenziosamente, appena uno di noi esce è finita… inizia il delirio fino a quando fa buio. Di giorno continuano i lavori, gite ripetute a Ruhaa per comprare sacchi di cemento e cemento bianco per finire il rivestimento esterno della scuola prima che queste piogge si portino via parte del lavoro già fatto. Ci siamo quasi, il primo blocco della scuola è quasi finito. Il sabato prendiamo giorno di gita. Con il Vitara rumoroso e forse incollato ( cominciamo a pensare che non sia realmente un Vitara, forse era una renault 4 a cui hanno montato una carrozzeria di un vecchio Vitara) ci addentriamo nel parco di Mikumi. Non si può descrivere la giornata. Zebre, giraffe, elefanti, ippopotami, coccodrilli, bufali, gnu, gazzelle, antilopi, tutti insieme e tanti, tutti intorno. Emozionante. Soprattutto quando ci siamo presi paura chiusi in mezzo a un branco di elefanti con i loro piccoli. Per fortuna il Vitara non ha mollato in quel momento.

Tanti piccoli lavori ci impegnano la giornata, Franco ha preso la cattedra di disegno, la seconda ora di lezione è la sua, insegna disegno. Ai ragazzi piaci molto, non vogliono neanche fare l’intervallo. Sara, Silvia e Elena continuano a seguirai più piccolini nelle lezioni di Inglese. Il Vitara incollato regala ancora sorprese, con 18 ore di viaggio Manoj e Daniele vanno a Dar er Salam a prendere Jose che arriva in forma smagliante. Le gente locale comincia ad affezionarsi. Andiamo a trovare il vecchio Joseph Limo, attorno alla sua capanna di fango ci ha preparato una panchetta dove sederci. Tutto attorno la sua piantagione. Vive solo, dice di aver ottanta anni, lavora la terra. Banane, arance, pompelmi, lime, cocchi, caffè, cacao, avvocato, di dimensioni e di odori a noi sconosciuti. Legge nei nostri volti l’ammirazione e ne è felice. Con le ultime luci ci strige le mani per salutarci ripetendo asante (grazie), ha un velo lucido sugli occhi, o forse è un effetto perché in realtà lo sono i nostri.

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