Day 3
ore 7.00 sveglia con buona colazione di chapati e uova, poi si inizia subito con le visite, la gente è già fuori che aspetta. Dopo un ora un salto nella città più vicina per rifornimento di farmaci che già cominciano a finire (1700 rupie).La gente oggi è più cordiale e meno diffidente, si è sparsa la voce e arrivano anche persone da villaggi più distanti. La prima pietra dell’orfanotrofio in mezzo a quel terreno spianato ci fa compagnia. Tante patologie articolari ma l’ombra della malnutrizione è davvero molto presente, bisognerebbe iniziare qualche programma che si prenda cura di sfamare queste persone. Alle due nel piazzale della chiesa celebrano un funerale, Marco chiede come è morta, è una donna di 33 anni picchiata dal marito, così è morta, alla polizia della gente dei villaggi non importa molto, i “villagers”, per la gente dei villaggi una causa costa troppo, è tutto normale, si celebra il funerale, le campane suonano, noi riprendiamo a visitare. Finito l’ultimo paziente con le ultime luci andiamo a visitare i villaggi circostanti per avere un idea più completa del posto, sono agricoltori di riso e pastori di bufali e pecore.
C’è tanta terra nell’aria. Poi prendiamo la strada verso Eluru per raggiungere il resto della squadra con padre Jose, Il traffico sulle strade è sempre peggio, orde di camion tra clacson di transatlantici e fari da competizione imperversano in ogni dove, Francesca si nasconde sotto il sedile, preferisce non guardare, Chiara non sa come farà a raccontarlo per rendere l’idea, Marco consuma come suo solito il reggimano, Daniele rischia la cataratta, Raju guida tranquillo senza scomporsi. Arriviamo sani e salvi ma tardi, il team i aspetta per la cena. E’ sempre bello mangiare tutti assieme la sera.
team 2
Il furgone per l’approvigionamento alimentare per i poveri e’ un mini van che viaggia per i sobborghi di Eluru, guidato da Padre Thomas, con un pentolone pieno di riso nel vano posteriore.
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